Il ritardo mentale e le competenze socio-affettive: caso clinico e progetto d'intervento in età evolutiva
- Venerdì, 21 Novembre 2014 dalle 16:00 Fino a 19:00
Dopo aver salutato il papà, dietro al quale poco prima si nascondeva, fuggiva lungo il breve corridoio e si dileguava nello studio chiudendo la porta dietro sé … potevo solo intuire il significato del suo atteggiamento perché egli non parlava.
Quando gli proposi un’attività però, corse subito verso i legnetti che già aveva usato la scorsa settimana. Compresi il suo intento di ripetere la costruzione di una torre che precedentemente lo aveva incuriosito. Con lo sguardo fisso e la bocca semichiusa procedeva meccanico e senza parlare … prima un pezzo poi l’altro fino al crollo dell’impalcatura.
“Non era quello che volevo fare io” disse, come se non avesse capito lo sbaglio.
Come mosso da una forza misteriosa riprese, sbuffando, i suoi tentativi.
Nella realtà clinica, la condizione di un paziente con ritardo mentale, può presentare diverse complessità di ordine relazionale. Da un lato la necessità di far progredire la persona per renderla sempre maggiormente “adattata”, dall’altro quella di stabilire un contatto vero e sincero, promotore di una crescita affettiva.
Proprio queste difficoltà possono essere proprie anche degli “altri significativi” che stanno vicino alla persona con deficit e che arrivano a strutturare soggettività particolari e false aspettative che poco aiutano.
Il laboratorio di gruppo sarà un’esperienza che porterà ad approfondire le criticità di un caso clinico di un soggetto con ritardo mentale partendo dalla diagnosi fino ad individuare i punti centrali per la promozione del benessere all’interno del sistema.