Una questione di gioco: la PSICOMOTRICITA’

La psicomotricità non predilige alcun “settore” di competenza/ sviluppo/esperienza/espressione della persona, considerandoli tutti di pari valore: si occupa della relazione con l'altro, fornendo gli strumenti necessari per affrontarla positivamente, diversificandoli in rapporto all'età.

Nello specifico tale disciplina aiuta a rendere più armonici il corpo, le emozioni e gli aspetti cognitivi, attraverso il movimento e il gioco. È rivolta principalmente ai bambini perché per loro il linguaggio corporeo è più importante rispetto a quello verbale.

“I bambini esprimono le loro emozioni e le loro paure attraverso il corpo e questo è il tramite essenziale attraverso cui manifestano anche i contenuti della mente e della psiche”

A. Bonifacio

La psicomotricità nasce come pratica medica alla fine del diciannovesimo secolo. Fu sviluppata da Philippe Tissié, che elaborò questa terapia partendo dalla visione dell’uomo come riserva di forza e di energia: la “ginnastica medica” è per Tissié l’agente curativo in quanto mette ordine nell’orientamento dell’energia.

L’etimologia della parola "psicomotricità" riguarda sia il movimento, sia l’aspetto psicologico (corpo e mente). Alla base vi è l’idea di un’interazione mente-corpo come modello costitutivo dell'individuo e si intende valorizzare la sinergia tra esperienza corporea ed immagine mentale, tra azione e mondo interiore, tra atto ed intenzionalità. Nonostante la percezione dell’unità della persona, non si escludono, tuttavia, tre sfere costitutive della personalità: motoria, affettiva, cognitiva.

Già Platone riconosceva che “si può conoscere di più su un bambino in un'ora di gioco che in un anno di conversazione” a prova del fatto che soprattutto nel primo decennio di vita, il linguaggio con cui il bambino esprime se stesso non è tanto quello verbale, ma è proprio quello del corpo, del movimento e dell’azione che si concretizza nel gioco.

La psicomotricità è una disciplina che si interessa della persona attraverso la valorizzazione del corpo, considerato come base dello sviluppo dell'identità, espressione della vita emotiva, fondamento dei processi cognitivi e organizzatore della motricità in termini funzionali e relazionali. In tal senso considera la persona nella sua 'globalità psico-corporea', strutturale e funzionale ed il cui vissuto complessivo sta alla base della vita. Una disciplina che riguarda tutti, ed è relativa alla comprensione dell'uomo.

“Spesso nella nostra società l'aspetto corporeo viene messo in secondo piano e i giochi dei bambini non vengono considerati dagli adulti”

A. Bonifacio

Il gioco è una dimensione dove tutto può essere sperimentato senza conseguenze, corpo come luogo fondante di tutte le comunicazioni ed utilizza anche degli oggetti-forme (palla, cubo, coperta, cuscino, corda, bastone), che hanno la capacità di mettere in movimento le immagini che stanno dentro di noi. L'individuo, utilizzando questi oggetti, ha la possibilità di scaricare le tensioni interne, riproporre le proprie emozioni e di elaborare nuove strategie per viverle. L’originalità di questa pratica risiede infatti nella semplicità dei mezzi attraverso i quali si realizza: il corpo, il movimento, l’azione di gioco, la relazione e il materiale. Gli esercizi di psicomotricità favoriscono un processo di socializzazione. Si impara, anche grazie a questi giochi, una migliore capacità di controllo e autocontrollo del corpo.

A guidare l’intervento psicomotorio è la competenza dello psicomotricista che “presta/offre” le proprie capacità per fare in modo che il gioco possa “essere giocato bene” attraverso regole, consegne, osservandone le dinamiche.

Gli obiettivi centrali della psicomotricità sono:
• la stimolazione al fare, tramite attività di imitazione, o la ripetizione di sequenze ritmiche ed esecuzioni di giochi motori;
• la sollecitazione alla ricerca, con la sperimentazione di nuovi movimenti e la ricerca di elementi nuovi nell’esecuzione delle attività;
• la comunicazione, tramite attività di interazione, confronto, autonomia, accrescimento dell’autostima, codifica e decodifica dei messaggi secondo un sistema convenzionale di regole;
• le conoscenze, tramite la conoscenza dello schema corporeo, individuazione delle proprie possibilità fisiche e di movimento. Si acquisiscono inoltre competenze organizzative dello spazio e del tempo, oltre alle capacità di equilibrio e coordinazione.

La psicomotricità dispone di strumenti di valutazione e di intervento, le metodologie e le tecniche sono varie mantenendo comunque come punto centrale il corpo, mediatore della relazione. Progetti di intervento possono essere attuati negli ambiti:

  • educativo-preventivo: favoriscono e mantengono un armonico sviluppo psicomotorio, prevengono disagi della relazione e degli apprendimenti in età evolutiva, favoriscono inoltre l'integrazione, l'accettazione e la valorizzazione delle differenze personali.

  • sociale: favoriscono i processi di inserimento e integrazione sociale, per migliorare la comunicazione e l'uso di una adeguata espressività corporea nella relazione, coinvolgendo anche gli adulti (genitori, educatori, insegnanti, operatori), sia a livello personale che nell'acquisizione di strumenti per la propria attività professionale.

  • aiuto: spesso attuati con persone in età evolutiva e in età adulta o anziani che presentano difficoltà connesse all'alterazione delle funzioni psicomotorie e della comunicazione.

    Chiara Zanzanelli, psicologa

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