L’infelicità degli uomini deriva dal fatto che essi temono cose che non sono da temere e desiderano cose che non è necessario desiderare
Libertà e indipendenza sono traguardo essenziale per chi vuole rappresentarsi ed esistenzialmente proporsi come psicologo
Lo psicoterapeuta opera nella professione e nella vita seguendo le acquisizioni ed i modelli appresi dalla ricerca scientifica; in quanto portatore della dignità umana saprà armonizzare il proprio sapere ed i connessi tecnicismi, sempre in evoluzione, con il dettato dei valori etici ed esistenziali?
Come rendere fertile un’asettica professionalità con l’esigenza di conseguire una modalità di vita ispirata dalla costante ricerca di significato, del significato cioè che la vita offre alla sua esistenzialità?
È costruttivo poter ritrovare una coscienza, solidamente e saldamente poggiata su di un sapere che non si autolimiti privilegiando essenzialmente gli oggetti di conoscenza, bensì contempli la vita stessa, nel suo discorrere quotidiano, favorendo un saggio modus vivendi che investa lo stile di vita e l’esistenza nella sua totalità [...]
Lo psicoterapeuta dovrebbe consapevolizzare che non è accessibile né soprattutto trasferibile un’abilità straordinaria che poggi essenzialmente su formule, espressioni incongrue e false di un sapere assoluto; la saggezza conseguibile deve considerare la compatibilità con l’essenzialità della natura umana e necessita di conseguenza di pratica, di volontà, di persistenza e pertanto deve essere perseguita con costanza. Si acquisisce così che la ricerca dell’armonia interiore, quindi della saggezza, assume pregnanza come compito vitale ed è identificabile con l’arte di vivere nella polis, compendio di efficacia e di rettitudine nell’agire. È sostanziale per lo psicologo aspirare alla conoscenza, ed è nobile soprattutto perché si è acquisito che non è in assoluto raggiungibile [...]
Praticare la saggezza nella vita è attrezzarsi per avvicinarsi alla comprensione di ciò che è particolarmente complesso; serve poi acquisire attitudine al saper contemplare, abbandonandosi alle emozioni sollecitate dalla poesia del creato, dedicandosi al contempo ai fenomeni della natura; [...]
Procedere nella ricerca del benessere richiede il non dipendere dai desideri superflui che non sono né naturali, né necessari; sarà meritevole l’evitare di soggiacere alle influenze di ciò che affascina gli uomini, come la ricchezza, la gloria, il lusso, la voluttà sfrenata.
Il vero piacere dell’esistenza sta nella coscienza di esistere. Luciano, nel suo Ermotimo, afferma: per avvicinarsi alla felicità perché ti affanni tanto? È doveroso costantemente non dimenticare che malattia o salute, povertà o ricchezza, oscurità o gloria, morte o vita, non dipendono necessariamente da noi, ma da circostanze indipendenti dalla nostra volontà, dalla concatenazione degli eventi del mondo.
Gli stoici hanno elaborato la teoria dei doveri e delle funzioni, teoria che prescrive cosa è ragionevole fare nei rapporti con gli uomini e con se stessi. Va detto in proposito che la vita è portatrice di significati e non consiste nell’adeguarsi acriticamente alle norme prescritte, ma nell’utilizzare queste pratiche come occasione per esercitare la ragione e la virtù, nella prospettiva di una ricerca di senso.
Fare psicologia corrisponde ad una presa di coscienza sempre più netta dell’io, della personalità, dell’interiorità. Socrate affermava: prenditi cura di te stesso, cioè soffermati nel considerare che la persona può dirigere la propria vita e che il suo io ha un valore proprio, importante tanto quanto quello dell’intera polis. Psicologo è colui che ha saputo conquistare questa libertà interiore ed in particolare la libertà di pensiero.
Ci si potrà così contrapporre sia alle opinioni, ai pregiudizi, al dettato di un pensiero comune e condiviso da un’amorfa maggioranza, sia ai capricci del desiderio e della passione. Epitteto, nel suo Manuale, afferma: non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti.
La psicologia insegna: le cose agiscono su di me solo nella misura in cui io le trasformo in rappresentazioni. Io sono libero di pensare quello che voglio o di scegliere le rappresentazioni che voglio ma, seguendo gli stoici, il quadro fondamentale della personalità è costituito e definito dalla grande distinzione tra le cose che dipendono da noi (i nostri giudizi) e le cose che non dipendono da noi (le cose).
Libertà e indipendenza garantiscono la pace interiore, l’ataraxia, traguardo essenziale per chi vuole rappresentarsi ed esistenzialmente proporsi come psicologo nella quotidianità della sua vita. Si tratta di perseguire e progettare la crescita che può permettere di rimanere imperturbabili di fronte alle avversità, ai disordini, alle difficoltà, agli ostacoli. Questo è il traguardo cui ambire, solo in parte raggiungibile, e che prevede numerose tappe da affrontare, nella consapevolezza che vari ostacoli si interporranno. Tutto ciò richiede impegno e rinforzi alla predisposizione agli esami di coscienza, sforzi di volontà e memoria che permetteranno di conseguire libertà di giudizio e indipendenza dai desideri e dalle passioni.
Seneca insegna: il vero bene è ciò che appartiene in proprio all’io; ciò che appartiene in proprio all’io è l’io stesso, e la parte migliore dell’io è la possibilità di trascendersi (daimon), di elevarsi a un livello superiore di esistenza: in fondo è la possibilità del passaggio dall’individualità all’universalità. Dobbiamo coltivare due fondamentali dimensioni dell’essere umano: la libertà interiore e la coscienza cosmica, il che ci permette di acquisire che ci sono cose più essenziali, più vitali, più urgenti delle occupazioni e delle convenzioni della vita personale e sociale.
Nietzsche ha affermato: a questo tendono tutti gli ordinamenti dell’uomo, a fare cioè in modo che la vita, in una continua distrazione dei pensieri, non venga sentita. La rinuncia ai desideri superflui, ai desideri che non sono naturali né necessari, perché indotti da falsi idoli, ci riporta alla semplicità della natura. Diceva Epicuro: siano rese grazie alla beata Natura che ha fatto sì che le cose necessarie siano facili da ottenere e che le cose difficili da ottenere non siano necessarie. D’altronde ciò che è sostanziale e necessario è essenzialmente la vita conforme alla natura e alla ragione universale.
Cosa è doverosamente auspicabile per uno psicoterapeuta? Che sia armoniosamente inserito nella vita quotidiana ed al contempo immerso nel cosmo. Dedito al servizio degli uomini ed al contempo libero nella sua esistenza interiore; consapevole delle difficoltà, degli ostacoli e degli impulsi eppure sereno; mai dimentico dell’unica cosa essenziale e più di ogni altra cosa fedele sino all’eroismo, alla purezza della coscienza morale, senza la quale la vita non meriterebbe di essere vissuta: è questo un percorso, è la ricerca del senso della vita. Sta a noi il cercare di realizzarlo.
Platone, Aristotele e Plotino concordano sull’opinione che la vita dello spirito e l’amore per il bene si accompagnano ad un godimento che include la gioia spirituale. Non c’è altra felicità né altro piacere se non la virtù stessa: il bene morale è ricompensa a se stesso. Ed il bene morale è la volontà efficace e intera di fare il bene; tutto il resto è indifferente, ossia privo di valore intrinseco. Come esempi di cose indifferenti, gli stoici enumerano l’attaccamento ossessivo alla vita, la salute, il piacere, la bellezza, la forza, la ricchezza, la fama, la nobiltà di nascita nonché i loro contrari: la morte, la malattia, la sofferenza, la bruttezza, la debolezza, la povertà, la mancanza di notorietà, i bassi natali. Tutte queste cose non sono né buone né cattive, e dunque non provocano – se non a tratti e mai continuativamente – né felicità né infelicità. Il bene morale consiste anzitutto nel ben giudicare in ogni circostanza della vita.
L’infelicità degli uomini deriva dal fatto che essi temono cose che non sono da temere e desiderano cose che non è necessario desiderare; e così la loro vita si consuma nel turbamento dei timori ingiustificati e dei desideri insoddisfatti. Ci si libererà dei desideri inappagabili distinguendo tra desideri naturali e necessari (come mangiare e bere), desideri naturali e non necessari (come i piaceri dell’amore), e desideri non naturali e non necessari; l’appagamento dei primi e la rinuncia agli ultimi consentiranno lo strutturarsi di uno stile di vita adeguato e bastevole per assicurarsi la serenità.
Lo psicologo opera come un missionario. Missionario nel duplice significato di sentirsi investito di una missione e di “cercare di convertire”. È ugualmente a disposizione di tutti, poveri e ricchi. Non è immerso, come Socrate, nell’esecuzione ossessiva dei suoi affari e si occupa essenzialmente degli altri. Come gli epicurei, il suo intendimento è rivolgersi a tutti gli uomini, anche a quelli incolti, anche a quelli privi di una particolare formazione intellettuale.
L’obiettivo è denunciare le convenzioni sociali e proporre il ritorno alla semplicità di una vita secondo natura, proprio come indicavano i cinici. Dobbiamo acquisire che la felicità risiede in un bene morale di cui la dedizione alla comunità, la pratica della giustizia e l’amore per gli altri uomini sono parti integranti. L’esito è l’affrancamento dalle cose estranee a quanto siamo andati ad esplicitare, una vita affrancata dalle futilità dei piaceri per le cose di quaggiù, e protesa con intensità verso la trascendenza. Riconsideriamo qui l’esperienza mistica plotiniana, che è al tempo stesso un’esperienza dell’io, nella misura in cui essa è rivelazione dell’interiorità e un’esperienza del totalmente altro nella misura in cui essa arriva a scontrarsi con i limiti del relativo, del linguaggio, del dicibile, del pensabile e permette un accesso all’intuizione dell’assoluto.
Estratto dell'articolo "la consapevolezza dell'umano" tratto dal nr. 30 Rivista Il Sagittario - allegata e scaricabile per integrale consulatazione