Eventi, Categoria Incontri di Studio

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente interesse del mondo occidentale verso la meditazione Mindfulness.

L'intenzione di un Training in Mindfulness è quella di aumentare la consapevolezza di sé stessi nella propria vita quotidiana in modo da riconoscere i propri segnali di stress e affrontarli in modo diverso dal solito. Propone un percorso progressivo per imparare ad utilizzare una risorsa che abbiamo a disposizione ma che troppo spesso dimentichiamo: la consapevolezza rispetto ai nostri processi mentali, emotivi e fisici, mediata dal lavoro corporeo e dall'attenzione al respiro.

Il Test della Frustrazione di Rosenzweig  (conosciuto con l’acronimo P.F.S. Picture Frustration Study) è uno strumento proiettivo particolarmente utile nel processo diagnostico e nei percorsi di psicoterapia. Serve a  evidenziare l’andamento delle spinte autoprotettive evocate da situazioni potenzialmente induttive di vissuti di frustrazione.

Il Test è composto da vignette che inscenano situazioni  di vita quotidiana in cui il paziente può facilmente identificarsi e rispondere alla frustrazione evocata con le modalità del proprio Stile di Vita.

Il complesso delle risposte date alle vignette fornisce utili indicazioni al diagnosta per individuare aspetti rilevanti della personalità del paziente e offre allo psicoterapeuta occasioni di riflessione sugli atteggiamenti e sui comportamenti disfunzionali  che il paziente può assumere nella vita reale.

Il Wartegg è un test interessante che può essere utilizzato in vari contesti sia per diagnosi cliniche approfondite, valutazioni peritali, spunti per colloqui psicologici e terapeutici.

Il corso affronta nella sua prima parte di venerdì pomeriggio l'impostazione teorica, con l'analisi dei segni grafici e il loro significato, integrando la matrice psicodinamica.

Nella seconda parte del sabato si effettuano esercitazioni pratiche su protocolli per apprenderne la siglatura e l'interpretazione.

Il Seminario esperienziale sul tema presenterà il modello della Socioanalisi di Gruppo, sperimentato, negli ultimi trent’anni, nelle attività terapeutiche di gruppo dagli esperti  dell’Istituto “A. Adler” di Reggio Emilia e di Torino

La letteratura psicologica parla ormai apertamente di crisi del maschile. Molti sono i motivi che sostengono questo periodo di grandi difficoltà.  Assistiamo a positive evoluzioni maschili verso nuovi modi di percepirsi e stare nelle coppie e nei ruoli familiari, ma, in molti ambiti e in modi variegati, questi cambiamenti stanno avvenendo con grande difficoltà o proprio non stanno accadendo.

Il Convegno si propone di affrontare il tema degli "Amori Malati" per arrivare a comprendere le logiche delle degenerazioni che emergono nelle relazioni affettive e individuare possibili indicatori per avviare percorsi di prevenzione o interventi di cura, quando le lacerazioni emotive sono già avvenute.

Nella malattia di Alzheimer, come nelle altre patologie dementigene, le vittime sono due: la persona malata e il familiare che se ne prende cura o caregiver. Per prendere in carico entrambi  lo Psicologo dovrebbe avere conoscenze su diversi aspetti, inerenti la malattia e i vissuti di chi è malato e di chi lo assiste, a partire da due consapevolezze: guardare il mondo con gli occhi della persona malata e  lavorare in rete con altri professionisti…

Chi è lo Psicologo? Chi è l’Educatore? Come differiscono e si intersecano i loro ruoli? Nell’ambito delle professioni di aiuto e del lavoro sociale, tali professionalità si incontrano e/o spesso fanno parte del bagaglio esperienziale di una sola persona.

Proveremo insieme a riflettere in merito a come si interfacciano e si possono gestire tali identità professionali, anche attraverso l’analisi di un caso.

Il PDM invita il diagnosta e lo psicologo clinico a ragionare, utilizzando i tre assi:

• Pattern e disturbi di personalità
• Funzionamento mentale
• Sintomi e preoccupazioni manifeste

La stesura del profilo è per lo psicologo clinico un utile momento di riflessione ed elaborazione dei dati emersi assumendo la modalità volta a non “etichettare” il paziente ma a collocarlo all’interno di un continuum che metta in risalto in primo luogo il suo essere uomo che può presentare diverse caratteristiche di personalità.