Teoria Adleriana e apertura dialettica verso altre teorie
Ogni Scuola di Psicoterapia è connotata da una matrice teorica di riferimento. Nel panorama delle offerte formative, le diverse Scuole presentano un insieme di teorie ricco e articolato, molto più ampio di quello proposto dagli studi universitari. Il mondo accademico predilige alcune impostazioni teoriche per diverse ragioni, che possono essere fatte risalire a preferenze personali dei docenti, a tradizioni di ricerca, a interessi editoriali. Non si deve pensare che le teorie divulgate all’università abbiano il sigillo della maggior validità scientifica. Vi sono molte teorie psicologiche ,spesso non proposte nei corsi universitari, che hanno solidi presupposti filosofici, robuste coerenze concettuali, validi potenziali esplicativi per comprendere le complessità dell’Uomo e i relativi metodi di cura di provata efficacia.
La teoria formulata da Alfred Adler, nota come Psicologia Individuale, non è sfuggita alla logica dell’emarginazione. E’ infatti tra le teorie poco conosciute non avendo trovato spazio nei piani di studio accademici. Un destino strano poichè è una delle teorie che hanno fatto la storia dell’approccio psicodinamico. Pur essendo un sistema che si differenzia dalla psicanalisi per il diverso approccio allo studio dell’Uomo e per avere una sua specifica epistemologia, non si può dimenticare che nasce dal crogiuolo della psicanalisi. Adler fu, infatti, un membro attivo del Movimento Psicanalitico viennese: per più di dieci anni giocò un ruolo di primo piano al suo interno come Presidente della Società Psicoanalitica Viennese e coodirettore della sua Rivista. Si distaccò dalla Società Psicoanalitica nel 1911 formulando il proprio sistema, definito Psicologia Individuale, che pur presentando un impianto diverso, maturò nel gruppo che si riuniva attorno a Freud.
Le origini sono dunque illustri. La diffusione del sistema teorico di Adler, pur non avendo avuto spazio negli ambiti accademici, è avvenuta in Istituti di Psicologia Individuale e si è sviluppata lungo tutto l'arco del secolo scorso mettendo radici in molti Paesi del mondo. Un’Associazione Internazionale riunisce oggi più di quaranta Paesi e le Società Nazionali coordinano un numero variabile di Istituti che riuniscono tutti gli operatori che applicano la teoria di Adler. La letteratura adleriana è quindi tradotta in tutte le lingue dei Paesi dove esistono Centri adleriani.
Quanto segue non è la presentazione della teoria di Alfred Adler, ma solo alcune considerazioni che possono essere di stimolo per valutare il potenziale della teoria e della prassi terapeutica e per far intuire come l’essere adleriani non significa confinarsi in un sistema, ma essere stimolati a continue relazioni dialettiche con altre formulazioni psicologiche.
Una caratteristica interessante della teoria di Adler è che si tratta di un sistema organizzato su concetti che predispongono all’apertura e al dialogo con le altre teorie psicologiche. E’ quindi un sistema che può generare quadri di riferimento ricchi e che permettono letture articolate dei fenomeni psichici. Questa peculiare dimensione nasce dal fatto che i capisaldi teorici elaborati da Adler che descrivono il dinamismo della mente umana, hanno fornito spunti per lo sviluppo di altre teorie che mantengono un raccordo ideale con il pensiero adleriano anche se hanno avuto una vita autonoma. Elenco per chiarezza solo alcuni tra gli esempio più eclatanti:
- Adler ha a lungo spiegato il concetto di unità bio-psichica dell'uomo e ha messo in luce i continui, reciproci influssi del corpo sulla mente e della mente sul corpo. Non vi è quindi alcuna difficoltà a dialogare con il filone delle Neuroscienze che approfondiscono con precisione i dinamismi mente–cervello. Né risulta difficile dialogare con le psicoterapie che partono dal corpo come sede delle emozioni e lavorano attraverso esso per recuperare il benessere psichico. - Ha descritto con dovizia la costellazione familiare e ha dato indicazioni sull’importanza delle reti comunicative come veicoli di significati all’interno dei sistemi (famiglie, aziende, istituzioni ecc.) e base dello sviluppo delle relazioni interpersonali. Un adleriano si trova quindi a suo agio nel contatto con gli studi delle teorie sistemiche e trova in queste spunti di estremo interesse per arricchire il concetto della costellazione familiare.
- Adler ha sottolineato l’importanza del rapporto madre - bambino come spazio di costruzione delle strutture emotive della futura personalità. Gli adleriani trovano quindi molto interessanti gli studi della psicanalisi relazionale che hanno focalizzato molto l’attenzione su questa fase dello sviluppo dell’essere umano.
- Ha formulato il concetto di “stile di vita” e lo descrive come un complesso di schemi operativi di tipo cognitivo ed emotivo che sono stati interiorizzati e che sono alla base di comportamenti che guidano la personalità. Questo concetto fa sentire interessanti gli studi sugli schemi mentali approfonditi dai cognitivisti e, per estensione, tutto l’impianto tecnico che questi teorici hanno elaborato per modificare gli schemi mentali disfunzionali.
- Quando Adler parla allo psicoterapeuta indica che “deve ascoltare con le orecchie e sentire con il cuore del paziente”. Ha quindi formulato l’importanza dell’empatia: Quando un adleriano approfondisce gli studi della psicologia umanistica e, in particolare i lavori di Rogers, trova a disposizione con molti spunti che permettono di comprendere meglio la propria teoria.
La paternità di questi concetti è chiaramente di Alfred Adler, ma si tratta di una paternità misconosciuta. Alcuni storici della psicologia hanno giustamente scritto che Adler è stato tra gli autori più saccheggiati e meno citati. Non si trovano mai espliciti riferimenti e riconoscimenti della paternità concettuale di Adler. Ma questo disappunto può cedere il passo al vantaggio che chi conosce e usa la Psicologia Individuale ha la possibilità di aperture dialettiche con altre teorie che aiutano a capire sempre meglio e ad aumentare le potenzialità conoscitive e terapeutiche della sua stessa teoria.