La violenza sulle donne e in famiglia: cause e strategie di prevenzione
La violenza sulle donne è un fenomeno arcaico, universale e sociale presente in tutti i Paesi, che interessa trasversalmente tutte le classi sociali. Sempre più spesso si sente parlare della violenza maschile contro le donne. La portata di questo fenomeno sta finalmente emergendo, sta conquistando l’attenzione pubblica e il mutato quadro legislativo sta permettendo l’emergere di una nuova coscienza femminile. Rilevanti e da non sottovalutare sono i dati della violenza sulle donne, derivanti da un’analisi ISTAT del 2006: in Italia sarebbero molte le donne che subiscono violenza e maltrattamenti soprattutto all’interno delle mura domestiche. Molti dei comportamenti violenti messi in atto dagli adulti sono agiti nelle relazioni di coppia e omicidi e femminicidi avvengono spesso per mano del partner.
Bisogna certamente approfondire quali aspetti entrino in gioco e come si combinino tra loro innescando una possibile escalation tragica che porta fino alla violenza. Nonostante sia aumentata la percentuale di donne che subiscono violenza o tentata violenza, il sommerso rimane elevatissimo, con attuazione del processo di vittimizzazione. Varie sono le forme di violenza che una donna può subire: fisica, sessuale, economica e psicologica, nelle sue forme di atti persecutori o stalking, con gravi conseguenze psico-fisiche sulla vittima. Diversi studi (Farrington D.P. The family backgrounds of aggressive youths. In L. Hervos and M. Berger (Eds) Aggression and antisocial behavior in Children and Adolescence, 1978, pp. 73-93) hanno confermato che la maggioranza dei delinquenti violenti proviene da famiglie in cui essi stessi hanno ricevuto un trattamento crudele e brutale e ciò porta a pensare che tale reato tenda a perpetuarsi di generazione in generazione. Risulta fondamentale, quindi, intervenire precocemente nei casi in cui le donne trovino il coraggio di denunciare, riservando loro un’accoglienza specializzata che preveda il contributo di diversi contesti istituzionali (assistenti sociali, medici, forze dell’ordine, psicologi), con l’attuazione di programmi di protezione anche per i minori eventualmente formanti il nucleo familiare. È altresì necessario promuovere attività di formazione del personale operante e progetti di prevenzione al fine di ridurre tali reati, che rappresentano ormai una vera e propria emergenza sociale.