Il Sogno nell'ottica adleriana

Attività onirica come espressione dello stile di vita

Il principale oggetto di studio della Psicologia Individuale, è lo stile di vita dell'essere umano, inteso come impronta soggettiva di ogni individuo. Esso è costituito dall'insieme di tratti comportamentali, orientamento del pensiero, affetti ed emozioni, articolati al servizio di finalità  prevalenti, ed è il risultato di innumerevoli atti preparatori che iniziano a delinearsi sin dai primi anni di vita del bambino.

Per questo motivo, la teoria adleriana considera imprescindibile, nello studio della persona, una conoscenza accurata di quel mondo infantile dove si possono riconoscere i primi abbozzi della personalità ed i primitivi tentativi del bambino di raggiungere gli scopi ai quali aspira.

Nella dinamica del sogno, Adler ritrova sempre l'affermazione dell'unità della personalità e la coerenza che questa riveste rispetto allo stile di vita dell'individuo: "colui che sogna e colui che è desto sono lo stesso individuo e lo scopo dei sogni deve essere applicabile a quest'unica personalità coerente" (Adler A., Che cos'è la Psicologia Individuale, 1976).

Il pensiero adleriano segue pertanto la linea dell'unitarietà, difendendo l'idea secondo la quale le leggi che governano il sogno sono le stesse che determinano l'accadere psichico nel suo complesso.

L'uomo, proteso verso la ricerca incessante di trovare una sua collocazione nel mondo, utilizza l'esperienza onirica al fine di trasformare in forma simbolica gli elementi dell'esperienza pre-linguistica dell'individuo, in conformità con il suo stile di vita.

Il sogno va perciò a delinearsi come il lato creativo ed emozionale dell'uomo, permettendogli di produrre quello slancio vitale che lo proietta oltre i confini razionali della mente. [...] Per Adler, in forte disaccordo con la dottrina freudiana, il concetto di unità della personalità riveste un ruolo centrale anche nella sua teoria dei sogni: non esiste una separazione della psiche in istanze differenti ma piuttosto si ha una coerenza di elementi psichici, sottolineando il concetto di unità bio-psico-sociale, che caratterizza, in tutte le sue parti, la dimensione esistenziale dell'uomo.

Il sogno "diventa uno strumento con cui la mente elabora le esperienze sensoriali e le trasforma in pensieri [...]; sognare significa darsi un essenziale strumento di conoscenza di sé e dei propri oggetti [...] Produrre conoscenza attraverso il mondo delle rappresentazioni può essere considerata una delle funzioni del sogno" (Mancia M., Sonno e Sogno, 2006).

I sogni tendono a riprodurre, con le loro immagini, la linea di orientamento di un individuo e, secondo Adler, lo scopo fondamentale di queste figurazioni, è quello di porci in uno stato di forte vibrazione. Egli ribadì infatti come il sogno fosse soltanto un mezzo, uno strumento per risvegliare i sentimenti della persona. Il residuo emozionale al risveglio, sembra così il punto centrale del lavoro terapeutico con i sogni, infatti lo stesso autore aggiunse come l'atto di sognare rispondesse appunto alla necessità della persona di far nascere dentro di sé un particolare slancio, poiché l'esperienza onirica rafforza quell'elemento affettivo capace di orientare la persona verso uno scopo.

"L'atmosfera emotiva che i sogni producono nella relazione terapeutica è il principale fattore trasformativo [...], la conversazione sul-nel-col sogno sembra più importante della sua interpretazione congnitiva" (Fassino S., convegno SIPI 2007, Torino).

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