Il sogno in psicoterapia secondo la teoria di A.Adler
Tra le tecniche d’intervento possibili da utilizzare durante il percorso psicoterapeutico, l’analisi dei sogni è forse quella maggiormente conosciuta, riconducibile a livello immediato alla teorizzazione Freudiana della psicoanalisi.
Adler, che aveva colto l’importanza di analizzare i sogni che i pazienti portano spesso in seduta, si discostò dalla teoria di Freud che vedeva nei contenuti soltanto aspetti pulsionali nascosti.La teoria adleriana (chiamata anche Individualpsicologica) non è pulsionale ma profondamente relazionale, costruttivistica e causalfinalistica e ha come punto cardine la considerazione che ogni persona è orientata verso scopi futuri che tendono alla valorizzazione e/o salvaguardia del proprio Stile di vita, costantemente “messo alla prova” dal gioco di forze tra sentimento di Inferiorità e Superiorità. Lo Stile di Vita trova la sua direzione in una strada impervia di Finzioni e Compensazioni; dalla concezione unitaria dell’uomo dove conscio ed inconscio sono “due modi dello stesso essere” così per Adler la veglia ed il sonno sono “due tempi della stessa persona”.
I sogni sono per Adler un materiale molto importante, intesi come un tentativo di capire come “stare nel mondo” per poter affrontare le problematiche sulla base del personale Stile di vita; per questo motivo anche i simboli dei sogni sono estremamente personali.
Rimane presente in Adler la distinzione tra contenuto latente e contenuto manifesto, dove la parte “superficiale” del sogno copre in realtà una simbologia a più strati. Nel sognare è molto evidente l’impronta “originaria”, ovvero lo stile dei primi 1000 giorni di vita, durante i quali si forma lo stile di vita pre-verbale, antecedente alla “consapevolezza”.
Secondo Adler il sogno è orientato in avanti, al futuro, per cui raramente il sogno è per recuperare qualcosa del passato (quasi sempre le persone del passato sono metafore o simbologie); è piuttosto considerato come un “solutore delle problematicità” (avrebbe il compito di essere il terreno di prova nel quale la persona sperimenta modi per trovare soluzioni alle problematiche della vita che si trova ad affrontare) così come anche un “acceleratore emozionale”.
Il sogno può mettere in luce la puntigliosa ostinazione nel perseguimento di mete improduttive, molto spesso finzionali (concetto cardine della teoria adleriana) ma altrettanto, può mettere in moto l’incoraggiamento e procedere verso obiettivi ri-corretti sulla base della personale direzione (Pagani, 2005). Quindi, nell’ottica adleriana, il sogno può costituire “un ponte gettato dall’individuo che sogna verso il suo futuro, al fine di sperimentare una scelta effettuata o di collaudare preventivamente un progetto del suo “piano di vita” non ancora ben definito” (Ferrigno; Pagani, 1997).
Ponziani (2019) sostiene che si sogni più intensamente in quei momenti della nostra vita dove la nostra capacità decisionale in merito al nostro modo di -stare nel mondo- viene messa in gioco (ad esempio per eventi improvvisi o cambiamenti necessari).
Adler consiglia di interpretare il sogno “associandosi” alla persona rimanendo però sempre con un’attenzione fluttuante, per poter cogliere anche elementi esterni che colpiscono a primo impatto. Può essere utile ripetere il sogno al paziente per memorizzare tutte le componenti e le dinamiche e cercare quindi insieme a lui la decodifica dei simboli utilizzati. La finalità quindi è comprendere il sogno nella sua globalità e contestualizzarlo nella vita della persona.
Scoprire insieme al paziente il significato di un sogno significa vivere un’esperienza emotiva profonda e toccante; è un contatto profondo con quelle parti che spesso, noi terapeuti in primis ed anche il paziente nel proseguo della terapia, ipotizziamo soltanto e nel sogno possono “scoprirsi” al nostro sguardo.